La Lettera dell’amato / Autunni

Mia amata,

mi muovo con delicatezza in mezzo agli autunni.

Cammino piano per non svegliare i bambini sotto le foglie.

Altri bambini ancora, più in là nei miei ascolti, cantano e giocano. Cercano di rimettere sui rami le foglie che la stagione ha tirato via.

Schiele - Autunno

Schiele – Autunno

Altri ancora, ai limiti delle mie visioni, muniti di spazzolino provano a togliere foglie dai marciapiedi come per pulire la bocca ai cammini che verranno.

Forse la scrittura è ciò che s’avvera da questa scena: l’arte varia e risibile di inseguire l’impossibile. Mettere al riparo i bambini sotto le parole, provare a riattaccare parole alla vita che le perde, liberare la bocca per lo stupore dei tragitti che ci aspettano.

Ho la sensazione di respirare l’aria già usata da altri sognatori, residui di dormiveglia e di taverna, di cammini solitari intorno ai pensieri.

Mentre procedo, di passo in passo, di segno in segno, tutto ciò che mi assomiglia ha la sua alba, come se nelle luci del mondo fosse possibile vedere solo i riflessi di se stessi.

Le cose che scorro mi lasciano addosso la bava dei loro sogni muti e mi prende una strana sensazione di libertà.

All’improvviso mi muovo come se avessi alle spalle tutti gli addii e ogni appuntamento con la vita germogliasse primavere.

Faccio nascere abbracci per nessuno e procedendo semino parole di stagione.

Un giorno tornerò sui miei passi e troverò un bacio nella neve caduta sulla parola bacio e una noce nei cespugli dove l’ho persa e l’ho chiamata.

Dentro quella noce mi rannicchierò a dormire e sognerò di portare lo zucchero al buio perché la smetta di spaventarci.

Procedo ancora. Ancora nascono parole e consumo suole come tutti i viaggiatori. Ogni viaggiatore è un filo e ogni viaggio è una tessitura del mondo. Suole e parole. Suole per cucire gli spazi e parole per cucire il tempo come fanno le donne davanti ai camini che da qualche parte della vita fumano ancora.

Su questa trama di spazio e di tempo un giorno cammineremo a piedi nudi in riva al cielo, mia amata.

Nei pressi della luna piena.

kokoschka - la sposa nel vento

kokoschka – la sposa nel vento

In questo pensiero bivacco. Mi sento nella grazia delle lucertole stese ai muri dell’estate, nell’intimità dei letti dai quali si è appena alzata mia madre.

Adesso eccoci qui, mia amata, alla fine delle parole che oggi ho scritto per te. Alla fine di questi segni che non dicono nulla e nemmeno tacciono, ma danno strade, aperture, giacigli senza dormienti in cui chiunque può entrare per chiudersi vicino al cuore caldo di una vita che è appena dileguata.

 

Così è la scrittura, mia amata.

Passaggi dove qualcuno è già passato.

Sortilegi che fanno brillare chi scompare.

E non ci lascia più.

 

A presto, mia amata.

Eboli, 10 febbraio 2017

La lettera dell’amato