Chi pensa che insegnare o fare interventi laboratoriali presupponga un passaggio di informazioni e saperi a una sola direzione, sbaglia di grosso.
Una delle meraviglie dell’insegnamento consiste in tutto quello che si apprende.
Nei miei laboratori imparo senza tregua come la narrazione sia una straordinaria arte delle circostanze e a insegnarmelo sono loro, i partecipanti grandi e piccoli.
Due esempi recentissimi.
Mi ha colpito un mio piccolo amico, che nell’impossibilità di trovare una rima alla parola “dolce”, si è appoggiato alla parola “felce” per continuare il proprio cammino nelle sonorità della parola.
Mi ha colpito una mia amica grande che nel giocare con il principio fantastico dell’aggiunzione si è inventata la storia di un tRe, mettendo insieme, così parole e semi narrativi e portando a noi presenti una triplice persona nelle vesti del gran capo.
E così, di passaggio in passaggio, si apre tutto un incredibile mondo di pretesti narrativi e di felicità in quella che è davvero una macchina per tessere legami. E intorno ai legami dare un senso al mondo.